Grande partecipazione ed interesse per il workshop “La gestione delle terre e rocce da scavo: il D.M. 161/2012”, organizzato da OICE Gruppo Ambiente, che si è svolto ieri a Roma.
Circa 120 i presenti, tra cui molte delle maggiori realtà italiane di progetto e realizzazione coinvolte nell’applicazione del nuovo D.M.
Presentando il workshop Patrizia Vianello, delegata OICE per l’ambiente, ha sottolineato come questo appuntamento sia “Un’occasione per fare il punto sull’applicazione del Decreto, a circa sei mesi dall’entrata in vigore, sulle opportunità e sulle problematiche emerse tra le aziende che direttamente operano nel settore”.
All’avv. Elena Nieri, prima relatrice del convegno, è spettato il compito di fornire un inquadramento generale sugli aspetti normativi del nuovo Decreto nel rapporto con la legislazione precedente in particolare dell’art. 186 del D.lgs 152/06.
Sono poi iniziate le relazioni più tecniche che hanno affrontato, da vari punti di vista, il Decreto offrendo al termine un’ampia panoramica delle novità, delle opportunità, ma anche delle criticità applicative.
Il dott. Paolo Mauri, di ambiente sc, ha focalizzato il suo intervento su un primo bilancio nell’applicazione del D.M., soffermandosi in particolare sulle novità introdotte, criticità e aspetti positivi in relazione ad alcune tipologie di cantiere: il caso dei cantieri lineari, i cantieri in aree con valori di fondo naturali superiori alle CSC ed i cantieri con imprevisti in corso d’opera. Nel proseguo della relazione si è soffermato poi su quando è opportuno rimodulare il piano di gestione terre dal D.lgs 152/06 (art 186) al DM 161/12 per rilevarne opportunità economiche e aspetti semplificativi.
L’ing. Mauro Di Prete, direttore di I.R.I.D.E., è intervenuto sull’applicazione del regolamento come principio di sostenibilità ambientale e le maggiori attenzioni che introduce nella fase progettuale. “Il D.M. non deve appesantire i tempi, ma prevenire difficoltà e criticità in fase realizzativa”.
Gli ingegneri Francesco Ventura e Riccardo Di Prete di V.D.P. hanno sviluppato un’approfondita riflessione sulle procedure operative in fase di progettazione, rilevando come “dalle nostre esperienze sono emerse le criticità dell’applicazione del Decreto soprattutto in riferimento ai cantieri di piccole dimensioni.”
Molto interessante l’intervento dell’ing. Francesco Nicchiarelli, di ViA Ingegneria che ha in particolare sviluppato il suo intervento sui tempi, i costi, gli iter autorizzativi e operativi che l’applicazione del D.M. 161 comporta. Nel corso della relazione ha fornito alcune ipotesi di esempi applicativi concreti per poi trarne conseguenze in relazione ai tempi e costi del Regolamento.
Nella seconda parte del workshop sono intervenute Autostrade per l’Italia e Italferr, due delle maggiori aziende italiane, sulle cui attività l’entrata in vigore del Decreto ha un impatto rilevante sia per le opere in corso sia in fase di progetto e/o autorizzativo.
L’arch. Rossella Degni, di Autostrade, ha illustrato alcuni dei principali cantieri sui quali il D.M. impatterà ed evidenziato alcuni elementi di semplificazione nella normale pratica industriale che il D.M. introduce.
L’ing. Ferruccio Bucalo e il dott. Francesco Cipolli, di Spea Ingegneria Europea, hanno presentato due recenti Piani di Utilizzo di opere autostradali sia in procedura di VIA che in fase di realizzazione. I casi proposti si sono riferiti al Progetto della Variante S. Donato, A1, tratto Firenze Sud - Incisa Valdarno e al Cantiere Lotto 0, A1 Barberino di Mugello-Firenze Nord.
Ultimo e atteso l’intervento dell’arch. Antonello Martino, di Italferr, che ha illustrato l’approccio di Italferr nell’applicazione del Decreto. Maggiore impegno per agli aspetti progettuali, opportunità di riduzioni dei costi per le attività di smaltimento, grande attenzione a tutta la tempistica collegata all’iter di applicazione: questi alcuni dei temi che Martino ha approfondito nel corso della sua relazione.
In allegato le slides dei relatori e alcune foto dell'evento.