Si è svolto a Trieste presso il Trieste Convention Center, il Forum Imprenditoriale Italia-Serbia dedicato al tema “Transizione verde: nuove opportunità per la collaborazione bilaterale”. Scopo dell’incontro proseguire lungo il percorso di rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali bilaterali e delle collaborazioni mutualmente vantaggiose con Belgrado, favorendo una sempre più approfondita conoscenza reciproca sia delle opportunità, sia degli operatori. Per OICe è intervenuta la Vicepresidente Francesca Federzoni.
I saluti istituzionali sono stati aperti da Massiliano Fedriga, Presidente delle Regione Friuli-Venezia Giulia: “Per noi – ha esordito il Presidente – è un onore ospitare questo evento. La Regione Friuli ricopre una posizione strategica in quanto ponte verso i Balcani occidentali. Da sempre ha tenuto un rapporto privilegiato con questa area geografica che è strategica per il paese e per tutta l’Europa. I collegamenti che dobbiamo rafforzare con la Serbia passano attraverso quei legami che si creano sul territorio tramite opportunità economiche e di impresa reciproche, collegamenti tra persone”. Fediga ha inoltre sottolineato come il rafforzamento dei legami con la Serbia rappresenti un nodo strategico anche in previsione delle politiche di filiera produttiva di cui l’Europa necessita. “Attraverso partner strategici come la Serbia, – ha concluso – credo che possiamo affrontare in modo costruttivo questa sfida e creare delle opportunità reciproche”. Anche Sandra Savino, Sottosegretaria all’Economia e alle Finanze ha affrontato questo argomento: “Il partenariato con la Serbia così come con gli altri paesi dei Balcani occidentali rappresenta una priorità strategica del nostro Paese. Siamo convinti che rafforzare le nostre relazioni politiche ed economiche con questa area sia necessario per garantire stabilità, sicurezza, sviluppo sostenibile nella regione. La nostra collaborazione – ha continuato la Sottosegretaria – si estende a settori cruciali, come l’energia rinnovabile, trasporti sostenibile, edilizia e agroalimentare. La transizione verde non rappresenta solo una sfida ambientale, ma rappresenta anche una straordinaria occasione per ridisegnare le nostre economie, renderle più resilienti e competitive”. Savino ha anche sottolineato l’importanza di un approccio coordinato fra le istituzioni multilaterali a queste questioni per rendere più appetibile la zona dei Balcani agli investitori. E’ stata poi la volta della Presidente della Commissione Esteri – Difesa del Senato Stefania Craxi ha fornito alcuni dati sugli scambi tra Italia e Serbia. “L’Italia – ha rilevato la senatrice – è il terzo partner commerciale della Serbia e da oltre vent’anni rappresenta uno degli investitori principali nel Paese in termini di aziende registrate e valore del capitale investito”. Craxi ha inoltre sottolineato come il forte legame fra Italia e Serbia non riguardi solo gli aspetti economici, ma politici, commerciali e scientifici. Per la senatrice infine sull’area vi è bisogno di un approccio “complessivo e strutturale”; una consapevolezza, ha aggiunto “che all’Italia non manca”. Dopo l’intervento del sindaco di Trieste Roberto Di Piazza, che ha ricordato l’ottimo rapporto sviluppato con la comunità serba a Trieste , ha preso la parola il Ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Sono molto contento che qui a Trieste vi sia il Primo Ministro di un paese amico come la Serbia” ha esordito Tajani, sottolineando l’amicizia che lega i due popoli. Un legame che si è manifestato in passato, durante la prima guerra mondiale l’esercito italiano andò in soccorso delle truppe serbe, e che ancora oggi è evidente, con i militari italiani che proteggono i monasteri cristiani serbi. Tajani ha inoltre rilevato come l’ingresso in Unione Europa della Serbia debba essere considerato una priorità non solo per l’Italia, ma per tutti gli altri paesi europei. “Sappiamo – ha proseguito – quanto il popolo serbo si sia battuto per difendere l’identità europea e l’identità cristiana dell’Europa.. Siamo qui per rinforzare non solo i legami politici, ma anche i legami economici”. Il Ministro ha poi ricordato l’importante vertice economico che si è svolto a Belgrado un anno fa, che segno: “L’inizio di una collaborazione tra mondi imprenditoriali che parlano la stessa lingua”. Tajani , dopo aver sottolineato che la città di Trieste rappresento la nostra ambasciatrice vero i Balcani occidentali, ha ricordato che in Serbia operano 1200 imprese italiane che contribuiscono al 5,5% del Pil del paese, generando circa 50 mila posti di lavoro. “Grazie al lavoro di queste aziende – ha aggiunto il Ministro – potremo dimostrare quanto sia importante la collaborazione tra realtà economiche per creare la crescita. Una priorità per la mia azione di governo, come ministro degli esteri e ministro del commercio internazionale”. Tajani ha poi definito la nostra rete diplomatica consolare come “un trampolino di lancio per le nostre aziende e una vetrina per conoscere le opportunità che offre l’Italia ad imprese di altri paesi che vogliono operare nel nostro territorio nazionale”. Il ministro anche affrontato la questione energetica: “A volte la competitività di un’impresa è messa a rischio dal costo troppo alto dell’energia. Ci stiamo direzionando sempre più verso fonti energetiche autonome che ad esempio puntano sul nucleare di ultima generazione”. Tajani ha infine segnalato, al fine di rafforzare le esportazioni, la necessità di “far conoscere anche nei paesi dei Balcani occidentali la qualità dei prodotti italiani e il saper far delle nostre imprese”, aziende che possono dare un contributo prezioso, ad esempio nei progetti di ampliamento della rete stradale e ferroviaria. E’ poi intervenuto il Primo Ministro serbo, Milos Vucevic che ha espresso la volontà di sviluppare i rapporti politici ed economici con l’Italia e di continuare il processo di integrazione dei Balcani occidentali nell’Unione Europea. “Senza i paesi di questa regione – ha aggiunto il Premier – la stessa Europa non è completa. Vorremmo che i nostri partner italiani e gli altri paesi vedano la Serbia come una nazione competitiva che ha molto da offrire in tutti gli ambiti”. “Vogliamo che gli investitori italiani in Serbia si sentano sicuri e siano contenti, essi rappresentano una garanzia per le altre aziende sul fatto che il paese è stabile ed è pronto ad accogliere gli investimenti” ha proseguito Vucevic. “La Serbia – ha concluso il Primo Ministro – conserverà sempre la pace nei Balcani, perché è nostro interesse nazionale. Abbiamo sempre voluto conservare la pace e sviluppare l’economia. Vogliamo investire nello sviluppo e nella ricerca dell’intelligenza artificiale e nella tutela dell’ambiente”. Si è poi svolto un panel tecnico a cui hanno partecipato il Presidente dell’Agenzia ICE, Matteo Zoppas; il vice Presidente per l’export e l’attrazione degli investimenti di Confindustria Barbara Cimmino; il Presidente della Camera di Commercio e Industria della Serbia Marko Čadez; il presidente del Consiglio di Amministrazione dell’ AOFI (Agenzia serba per il credito all’esportazione e l’assicurazione) Dejan Vukotic; l’amministratore delegato di SACE, Alessandra Ricci; l’Amministratore delegato della Simest Regina Corradini D’Arienzo; il Direttore per la Cooperazione Internazionale del RAS (Agenzia per lo Sviluppo della Serbia), Nikola Jankovic; il Direttore Cooperazione Internazionale allo Sviluppo di Cassa Depositi e Prestiti, Paolo Lombardo e il presidente di FINEST, Alessandro Minon. In apertura il presidente dell’ICE Zoppas ha esposto i dati relativi all’esportazione italiana verso la Serbia pari a 2 miliardi e trecento milioni di euro, riguardanti soprattutto “attività di macchinari, di chimica, di metallurgia, tessile e componentistica”. Dal canto suo il Presidente Cadez ha posto l’accento sulle possibilità economiche che offre la Serbia. “Ci sono potenzialità enormi in Serbia per la nostra agricoltura”, ha rilevato auspicando una produzione comune con le nostre aziende partner nel settore agro-alimentare. Per Barbara Cimmino di Confindustria l’aspetto rilevante è che “pubblico e privato collaborino”, parlando di un’azione comune fra Maeci, Confindustria e istituzioni finanziarie. “Sempre di più cresce il numero di imprese che esportano dalla Serbia verso l’Italia: siamo arrivati a quasi diecimila” ha segnalato invece Vukotic. Alessandra Ricci di Sace che ha messo l’accento sull’accordo che verrà firmato con la Serbia e con Telecom Serbia “per favorire il futuro export verso il paese”. Secondo Jankovic: “c’è molto spazio per aumentare la collaborazione. Guardo all’Italia come paese amico e invito gli imprenditori italiani a conoscere la Serbia”. Per sottolineare il forte legame tra Serbia e Italia il direttore di CDP Lombardo ha citato l’apertura del primo ufficio fuori dall’Europa proprio a Belgrado e ha parlato delle varie tipologie di strumenti posti in essere da Cassa Depositi e Prestiti. “La grande opportunità che abbiamo di un ulteriore rafforzamento nei rapporti di business tra Italia e Serbia è data dalla somiglianza del tessuto imprenditoriale: la maggioranza del valore aggiunto e dei posti di lavoro in Serbia è costituita proprio da piccole e medie imprese” ha affermato l’amministratore di Simest Regina Corradini D’Arienzo. In conclusione il presidente di Finest Minon ha parlato della volontà di creare un link fortemente territoriale del nord est “che raccolga una certa tipicità, senza dimenticare il sistema centrale con cui c’è sempre disponibilità a collaborare”.
(M.R.)