'Un'azione politica tempestiva ha contribuito a evitare il peggio e l'Europa continua a crescere, ma ora sta diventando evidente che l'Europa si trova ad affrontare una crescita molto bassa nel medio termine'.
Questa valutazione negativa per la Ue è del direttore del dipartimento Europa del Fondo monetario internazionale, che ha partecipato a una conferenza organizzata dalla Bce a Bruxelles, Alfred Kammer. Il quale ha indicato che a meno di interventi significativi per rilanciare la crescita, 'le tradizionali misure di consolidamento fiscale non saranno sufficienti a impedire che i livelli di debito diventino esplosivi, mettendo a rischio il modello sociale europeo'.
A ottobre il Fmi ha stimato che quest'anno il pil Eurozona aumenterà dell'1,2% (stima corretta al rialzo), tuttavia il miglioramento è di breve durata e diversi fattori potrebbero frenare la ripresa nel 2026 a cominciare dall'effetto dei dazi americani sulle esportazioni, che 'si faranno sempre più sentire, con la contrazione dei profitti'.
La stima pil per l'anno prossimo è +1,1%. Attualmente il pil pro capite Ue è inferiore di quasi il 30% rispetto a quello degli Stati Uniti. Significativo il titolo del suo discorso: 'Come l'Europa può pagare cose che non può permettersi'. (A.M.)