Il progetto in vetrina questo mese, realizzato da Hydea spa, riguarda la nuova Cantina del Chianti Classico dei Marchesi Antinori in località Bargino, San Casciano Val di Pesa, Firenze
Luogo
Bargino, San Casciano Val di Pesa, Firenze, Italia
Committente
Marchesi Antinori
Programma
Cantina vinicola, uffici, museo, auditorium, ristorante, viabilità, piazzali, verde, depurazione
Costo
85.052.831 euro (escluso impianti enologici)
Cronologia
Inizio del progetto 2004
Inizio del cantiere 2007
Data di ultimazione 25 ottobre 2012
Dati dimensionali
Volume costruito complessivo 218.000 mc
Superficie lotto, area recintata 12,83 ha
Totale superficie costruita 39.700 mq
La decisione di realizzare una nuova cantina al Bargino nasce nel 2001 dall'esigenza di rammodernare le storiche cantine Antinori ponendole fuori dal centro urbano pur rimanendo nel territorio del comune di San Casciano Val di Pesa.
La necessità di definire un modello architettonico in linea con la metamorfosi tipologica che negli ultimi anni ha cambiato le cantine da luoghi di produzione ubicate in edifici rurali o in parti di ville padronali in complesse fabbriche multifunzionali ha guidato le scelte tecnologiche e costruttive che hanno portato alla realizzazione della nuova "casa" Antinori nel Chianti Classico.
L'Architettura e l'Ingegneria si fondono nel progetto ben oltre il visibile, secondo modalità che risultano apparentemente semplici rispetto alla reale difficoltà costruttiva dell'opera. Nessun elemento o componente dell'opera deriva da consuetudini produttive e costruttive standardizzate, i materiali utilizzati sono pochi e poveri ma hanno comportato una lunga ricerca nel tentativo di armonizzarli con la naturalità della campagna circostante.
L'immobile, per la maggioranza ipogeo, ha una superficie di quasi 40.000 metri quadrati, inclusa la viabilità sotterranea che è parte integrante del complesso architettonico. I movimenti della terra e la gestione del materiale scavato si sono rivelati una delle problematiche più impegnative: si è trattato di rimuovere dalla collina 380.000 metri cubi di suolo che corrispondono ad oltre 35.000 viaggi/camion e di trovare gli stoccaggi definitivi e temporanei per le terre da reimpiegare ad opera finita. Per un lungo periodo il cantiere si è presentato come una ferita nel paesaggio, un impressionante scavo profondo oltre 15 metri, con un fronte lungo quasi 500 metri sorretto da imponenti opere di consolidamento costituite da un diaframma alto oltre 20 metri, realizzato con 8000 metri cubi di calcestruzzo rinforzato, 8 chilometri di micro dreni sub-orizzontali, da una batteria di grandi pozzi profondi 28 metri realizzati per deviare e convogliare le acque provenienti dalle venute capillari sotterranee rinvenute durante i lavori.
Lentamente la costruzione nella sua evoluzione ha contribuito a mitigare e a rimarginare l'effetto della ferita, nascondendo, con l'avanzare del cantiere, l'enorme volumetria della cantina. Ogni getto di calcestruzzo o varo di struttura metallica ha rappresentato una sfida tecnologica e costruttiva: 35.000 metri cubi di calcestruzzo, 3,5 milioni di chilogrammi di ferro d'armatura, oltre 2 milioni di chilogrammi di carpenteria metallica, 35.000 metri quadrati di solaio costruiti.
La costruzione degli interni è proseguita riservata, quasi volesse rimanere privata dando forma all'intervento attraverso spettacolari volte in cotto che costituiscono in sequenza la tinaia, le barricaie e la bottaia.
Con l'avanzamento dei lavori le strutture hanno rimodellato il paesaggio ed è aumentata l'emozione di veder materializzati i disegni e le immagini di progetto, mentre la cantina prendeva la forma voluta, sempre più leggera e rispettosa dell'ambiente. Le gallerie, il parcheggio, gli uffici, il museo, l'auditorium, i locali produttivi, il laboratorio, la mensa, il ristorante, la stecca tecnologica, gli impianti, sono oggi quasi impercettibili dall'esterno.
Nel tempo i luoghi hanno ripreso la loro forma originaria, il cemento ed il ferro si sono smaterializzati e la copertura della cantina, piantumata a vigneto, è stata ricoperta con il terreno accantonato a margine del cantiere (oltre 100.000 metri cubi).
Nonostante la nostra lunga esperienza nella progettazione di opere complesse ad alto contenuto tecnologico, realizzare un edificio che presenti una copertura a sbalzo di 21 metri per sostenere terra e vigne, costruire una scala elicoidale d'ingresso del peso di circa 105 tonnellate di acciaio con spire prive di appoggi per oltre 30 metri, costituisce un'esperienza unica e difficilmente ripetibile.
Dott. Ing. Paolo Giustiniani, HYDEA S.p.A.
Le immagini del progetto sono visibili nel banner dell'intestazione della Home Page pubblica.