La tecnologia ci salverà. In primis con il risparmio energetico e l'efficienza energetica dei nuovi edifici intelligenti e delle macchine elettriche; poi col trasferimento della nuova tecnologia "Carbon Capture and storage" a paesi emergenti come la Cina. Qui, infatti, si utilizzano prevalentemente centrali a carbone, per soddisfare una domanda sempre crescente, producendo emissioni di Co2 superiori a 1,3 miliardi di tonnellate all'anno (più del totale delle emissioni di tutte le centrali termoelettriche funzionanti in Europa). Di questo "mix" virtuoso, naturalmente, dovrà far parte la percentuale del 25 per cento di energia nucleare prodotta da impianti "sicuri".
Questa la "ricetta" degli ingegneri italiani e dei ventisei paesi dell'Efca, riuniti venerdì 28 maggio al convegno Oice-Efca "Climate Change and a New Energy Balance in Europe: the Engineering Challenge" all'Accademia dei Lincei a Roma, per offrire risposte all'emergenza dei cambiamenti climatici.
"Se le emissioni continueranno a crescere di circa 1-1,5% l'anno, il surriscaldamento del pianeta raggiungerà nel 2030/50 un valore superiore ai 3,5°C - ha detto il vicedirettore generale di Confindustria, Daniel Kraus, intervenendo all'inizio dei lavori - si tratta di un valore insostenibile sia per le conseguenze ambientali che per quelle economiche e sociali".
Per ridurre le emissioni di Co2 di Cina e India, occorre dunque rendere "pulite" le loro centrali e arrivare, semmai, a un accordo globale che coinvolga tutti i paesi sull'obiettivo della riduzione del 30% nel 2020. "Al contrario - ha sottolineato Kraus - un'azione unilaterale della Ue sarebbe inefficace e introdurrebbe distorsioni competitive a danno delle imprese italiane e europee".
Risparmio energetico e rinnovabili - a detta di tutti gli interlocutori intervenuti - vanno incentivati, ma il nucleare non va "stoppato" in Italia. Andrea Valcalda, capo della divisione di ingegneria per Innovazione e Ambiente di Enel ha parlato di "rinascimento nucleare" con "decine di società di ingegneria italiane utilizzate dall'Enel a Flamanville dove stiamo operando con i francesi e in Slovacchia dove stiamo realizzando il raddoppio di una centrale".
Vittorio Folla, vice presidente senior per lo sviluppo strategico di Techint, rispondendo a una diretta domanda della moderatrice della tavola rotonda, ha assicurato che "il livello di sicurezza delle centrali attuali è massimo. Anche, per fare un esempio limite, che non si verificherà, per un impianto che dovesse essere realizzato in zona sismica".
Anche l'ingegner Ambra Simona Espoletto, esponente di Sorgenia, la società dell'energia rinnovabile che ha già il 10% del mercato dell'energia italiano, ha sottoscritto l'obiettivo del risparmio energetico: "l'energia che costa di meno in assoluto - ha sottolineato - perché non si consuma (una delle nostre mission è rendere il consumatore consapevole degli sprechi ) e ha detto di guardare al nucleare "con attenzione perché "costituirà comunque una sfida di competitività con cui misurarsi".
Braccio Oddi Baglioni riportando l'attenzione sul nucleare, ha insistito sulla necessità che si avvii senza più ulteriori indugi l'attività dell'Agenzia per la Sicurezza (da mesi, ormai, slitta l' annuncio del governo sulla sede dell' agenzia e sulla composizione del vertice che sarà formato da un presidente più quattro consiglieri e un direttore generale) che giocherà un ruolo di primo piano nella ripartenza del nucleare. A conclusione della tavola rotonda, moderata dalla giornalista del Messaggero, Barbara Corrao, il presidente Efca Panos Panagopoulos ha ricordato il ruolo chiave delle società d'ingegneria come interlocutori affidabili per verificare l'applicabilità, i costi di costruzione e l'operatività delle varie fonti di energia del futuro.
Nel pomeriggio i lavori sono continuati con gli interventi del danese Thomas Jensen su " Nuovi modi di lavorare in maniera sostenibile - il nuovo concetto danese"; dell'inglese Roger Hitchin che ha fornito una panoramica sulle iniziative che riguardano gli impianti europei per l'efficienza energetica e la bioedilizia; di Alfonso Ponce che ha parlato di certificazione energetica degli edifici; il portoghese Antonio Sarmento ha illustrato gli sviluppi futuri dell'energia legata al moto ondoso, infine Massimo Pieri, presidente di Cobase "special consultant" del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, ha sottolineato come tutte le fonti da energia rinnovabile siano costose e non possano soddisfare la domanda di energia. "Occorre - ha concluso - affrontare il problema del cambiamento climatico con un approccio globale che comprenda le sfide della crescita economica e lo sviluppo, la sicurezza alimentare e l'energia per rafforzare il concetto di sviluppo sostenibile e quindi la sua attuazione".
(FC)
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