Si è tenuto ieri presso la Sala riunioni di Speri S.p.A. il webinar organizzato dall'Oice dal titolo "Dalle ZES (Zona Economica Speciale) alla ZES Unica (d-l. 124/2023): riflessioni sulle opportunità di sviluppo per i territori e per gli operatori economici".
A seguito dei saluti di apertura del Presidente Oice Giorgio Lupoi è intervenuto il Prof. Federico Pirro, Esperto della Struttura tecnica di Missione PNRR - Presidenza del Consiglio dei Ministri, il quale si è soffermato in primo luogo sulle dimensioni della ZES Unica che copre un'area geografica estremamente ampia dell'Italia, con una popolazione (19.932.825 abitanti) superiore a 21 Stati membri dell'Unione europea e dunque di dimensioni "statuali". Essa può considerarsi il 7° Paese europeo per il numero di imprese manifatturiere e il 12° per il PIL, come risulta dal quadro del tessuto produttivo delle Regioni del Mezzogiorno fornito dal Prof. Pirro, caratterizzato dalla presenza di grandi industrie con filiere anche internazionali e al tempo stesso tanti cluster di PMI.
Con specifico riferimento all'istituzione della ZES Unica, il Prof. Pirro ha evidenziato che l'intento è quello del rilancio su larga scala, reso ancor più urgente dalla circostanza che i Fondi europei destinati alla coesione per gli anni 2021-2027 potrebbero essere gli ultimi riconosciuti all'Italia e che fondamentale appare il dialogo della Cabina di regia centralizzata con le Regioni, ognuna delle quali ha la propria realtà produttiva. Tale profilo deve essere preso in considerazione nella redazione del Piano strategico della ZES Unica, che costituisce l'affiliazione diretta del PNRR e che individua - come specificato dalla norma - anche in modo differenziato per ogni Regione gli ambiti da promuovere (non ancora esistenti) e quelli da rafforzare (esistenti ma che necessitano di un rafforzamento). Per fare ciò è necessario procedere ad una mappatura dettagliata delle Regioni e delle loro attività produttive, anche al fine di definire accordi di coesione. La vera scommessa della ZES Unica è l'attrazione di investimenti esteri, che possono contribuire in modo incisivo al predetto obiettivo finale della costituzione della ZES Unica, vale a dire il rilancio su larga scala delle Regioni del Mezzogiorno.
È intervenuto successivamente l'Ing. Manlio Guadagnuolo, Commissario straordinario del Governo per la ZES Adriatica interregionale Puglia-Molise, che si è soffermato sugli aspetti positivi dell'istituzione delle ZES, che hanno consentito la nascita di una "burocrazia amica delle imprese", come si evince dalla semplificazione per le imprese (introduzione dell'autorizzazione unica che ha sostituito le 34 richieste in precedenza, termini brevi per la convocazione della conferenza di servizi) e quelli ulteriori derivanti dall'introduzione della ZES Unica, tra cui il riconoscimento della valenza dell'autorizzazione unica anche come variante urbanistica, la maggiore facilità di individuazione dei suoli, comprendendo oggi la ZES tutto il territorio regionale e non essendo, come in precedenza, a macchia di leopardo e l'eliminazione di disomogeneità tra imprenditori appartenenti a zone diverse. La ZES Unica comporta tuttavia alcune criticità, quali l'affidamento dell'intero territorio regionale, nelle more dell'affidamento dell'incarico al coordinatore unico, ai singoli Commissari straordinari, che dal 1° gennaio 2024 si troveranno ad esercitare i propri poteri su un numero di Comuni molto più ampio nonché la previsione, demandata a un successivo decreto interministeriale, di limiti alle risorse del credito d'imposta da riconoscere alle singole imprese della ZES.
Il Presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana si è detto favorevole all'introduzione della ZES Unica, nata da un'esplicita richiesta di Confindustria, che consente di eliminare la burocrazia e riconoscere incentivi alle imprese che investono e che consente di non ricorrere ad aiuti a pioggia, non efficaci per il progredire del tessuto produttivo del Sud Italia. A condizione che vi siano la disponibilità economica e il dialogo con le Regioni - ha concluso il Dott. Fontana - la ZES Unica assume la configurazione di uno strumento di politica industriale che non lascia spazio a speculazioni.
È intervenuta infine la Dott.ssa Arianna Buonfanti, Port & Logistics Senior Researcher - Centro Studi SRM - Intesa San Paolo, che ha fornito un quadro dettagliato del trasporto marittimo di merci (import-export) nel Mezzogiorno, che costituisce il 39% dell'import-export in Italia. Il trade che caratterizza il Sud Italia è il c.d. "short sea shipping", il trasporto a breve distanza, che va incontro a principi di sostenibilità e nel cui ambito l'Italia è prima sia in Europa, sia nel Mediterraneo. La Dott.ssa Buonfanti ha concluso il suo intervento con un alert: negli ultimi anni il trasporto marittimo di merci in Italia si è ridotto dell'8,7% e, per la prima volta da molto tempo, essa è stata superata dalla Spagna.
Qui la registrazione del webinar.