E' stato presentato a Roma, presso la sala conferenze di SACE, il Rapporto Cer (Centro Europa Ricerche) n. 4/2017 su "commercio di beni e servizi. La posizione dell'Italia".
Durante l'incontro, aperto dal Presidente della Sace, Beniamino Quintieri e introdotto da Vladimiro Giacché, Presidente CER, il prof. Lelio Iapadre (Università dell'Aquila) ha presentato i contenuti del rapporto e, successivamente, l'ing. Roberto Carpaneto, Direttore Generale RINA e Vice Presidente OICE, ha portato la propria testimonianza come azienda dei servizi di ingegneria e architettura, discutendone con il prof. Stefano Manzocchi, Direttore Dipartimento Economia e Finanza, LUISS Guido Carli.
In particolare Roberto Carpaneto, dopo avere accennato al migliorato livello di efficienza della rete a supporto delle aziende italiane che operano sul mercato estero (ICE, Ambasciate e SACE), ha messo in evidenza fra i fattori critici individuati nel concreto operare a livello internazionale, la difficoltà del settore delle costruzioni e dei servizi ad essi connessi ad operare come filiera, mettendo a frutto sinergie e opportunità; inoltre un ulteriore fattore di criticità è determinato dalle dimensioni delle aziende, inidonee a reggere il confronto con la concorrenza internazionale, elemento dovuto anche all'asfittico mercato interno.
Il rapporto Cer evidenzia come mercati internazionali dei servizi siano caratterizzati da spinte crescenti all'integrazione, dovute soprattutto alle trasformazioni tecnologiche ed economiche in corso nel settore, ma in qualche misura anche all'orientamento più aperto delle politiche commerciali in questo campo, che hanno ridotto le barriere agli scambi internazionali nel quindicennio successivo all'entrata in vigore del GATS. Tuttavia, malgrado i progressi realizzati, il grado di apertura internazionale del settore terziario resta limitato, a causa di numerose barriere all'accesso tanto che il peso degli scambi di servizi sul totale del commercio internazionale è molto lontano dalla sua incidenza sul valore della produzione mondiale.
In questo contesto, la posizione dell'economia italiana è molto debole, con una quota sulle esportazioni mondiali di servizi che ha subito una tendenza declinante più accentuata di quella registrata nei beni, a vantaggio sia di economie emergenti sia di altri paesi dell'Unione Europea.
Le perdite di quota delle esportazioni di servizi dell'Italia sono risultate ampie e distribuite in modo diffuso per aree di sbocco e comparti.
Fra le tre eccezioni di questo trend negativo, il rapporto segnala quella del settore dei servizi nelle costruzioni che è passato da una incidenza dello 0,46% del totale delle esportazioni registrate nel 2010, all'1,56% del 2016. (A.M.)