LA "VETRINA" DEGLI ASSOCIATI

18/6/2012
Allegati
Scheda

Faro di Capo D'Orso in località Erchie

Lasciando la strada di mezza costa che congiunge Vietri sul Mare con la cittadina di Maiori, in prossimità del promontorio detto di Capo d'Orso, attraverso un'affascinante teoria di gradini (in numero di 360) e lunghi e tortuosi ballatoi, si giunge al complesso dell'omonimo faro, da questo a mezzo di una analoga scalinata, si giunge al mare.
Per meglio comprendere il complesso in oggetto, è utile riprendere la classificazione tipologica proposta da Bartolomei e Amoroso , che inserisce il faro di Capo d'Orso nella categoria dei fari a blocco; si tratta di fari costituiti da un unico corpo di fabbrica, a uno o più piani, solitamente concluso, nelle regioni del Centro Sud, da una copertura a terrazzo e addossato o collegato tramite un passaggio coperto alla torre che ospita la lanterna. Il faro di Capo d'Orso presenta una soluzione particolare nella scelta della posizione della lanterna, che è costruita direttamente su un terrazzo prospiciente il mare e quindi appare più bassa rispetto all'edificio retrostante. L'assenza della torre risulta uno degli aspetti più significativi di tale faro, che rappresenta in questo senso una variante del tipo unica lungo tutte le coste italiane.
Data la posizione disagevole e la lontananza dai centri abitati, il complesso del faro, costruito nel 1882, è stato realizzato per essere autosufficiente: oltre all'edificio principale, destinato agli alloggi dei faristi, ci sono dei piccoli edifici, adibiti l'uno a magazzino-essiccatoio per le carni e l'altro a forno; una parte del giardino era sfruttata ad orto, ci sono tre cisterne, di cui una per acqua potabile . La struttura originaria comprendeva il piano terra, con ambienti coperti a volta, e il primo piano, composto da un corpo di fabbrica arretrato rispetto al filo dell'edificio dal lato mare.
Il faro ha subito due successive modifiche essenziali, nel 1914, venne aggiunto al primo piano un corpo di fabbrica leggermente più basso rispetto alla parte originaria e comprendente la stazione di vedetta e dei locali attigui. In copertura venne realizzato un piccolo corpo indicato come "casotto di vedetta" collegato al piano inferiore attraverso una scala metallica a pioli. Successivamente al 1956, il complesso è stato dotato di un corpo sporgente a tutt'altezza nel quale oggi sono ubicati due servizi igienici., Nel corso del tempo, sono state, inoltre, apportate modifiche sia all'impianto di illuminazione sia al colore.
L'apparato decorativo, molto semplice, si compone di cornicioni marcapiano su entrambi i livelli, cantonali bugnati e cornici attorno agli infissi eseguiti con ringrosso di intonaco. Le finestre sono protette da abachini in lastre di ardesia, gli infissi esterni sono lignei e verniciati di bianco. Gli scuri alla napoletana sono in legno verniciato di colore verde. Tutti gli edifici sono realizzati con struttura muraria in pietrame calcareo e malta, i solai piani sono in poutrelles di ferro.

Le scelte progettuali sono state fortemente influenzate dalle risultanze delle ricerche storiche e dalle indagini conoscitive commissionate dal Provveditorato alle OO.PP. ad un laboratorio specializzato. Le suddette indagini hanno confermato la presenza di superfetazioni edificate sull'edificio principale e hanno fornito importanti informazioni sulla natura e resistenza degli elementi strutturali. Il progetto architettonico redatto nell'ottica del restauro, è stato caratterizzato dalla decisa scelta di eliminare le superfetazioni quali il torrino di guardia, realizzato con materiali scadenti, fortemente degradati dagli agenti atmosferici e il corpo sporgente posto a sud/ovest adibito a servizi igienici; i suddetti corpi di fabbrica rompono il ritmo architettonico del pur semplice prospetto e si presentano del tutto estranei al contesto. Di contro, si è scelto di conservare il "corpo di vedetta" realizzato nel 1914, perché in armonia con il contesto; inoltre la sua funzione completava l'impianto storico dell'intero compendio. In accordo con la committenza, è stata prevista una suddivisione degli interni tale da lasciare ampia discrezionalità alla proprietà in funzione dell'evolversi delle esigenze ed un'impiantistica confacente con l'uso abitativo, seppur di supporto al faro.
Il progetto strutturale è nato dalle seguenti esigenze:
a) riparare i danni procurati dal tempo e dall'incuria;
b) migliorare la struttura nei confronti del sisma;
c) migliorare la struttura nei confronti dei carichi verticali.
Le lesioni indotte dal cedimento fondale, verranno riparate con le classiche tecniche della sostruzione muraria; ad integrazione, si provvederà a rinforzare gli architravi interessati dalle lesioni con piattabande realizzate con poutrelles accoppiate. Verrà eliminato l'antico pozzo nero, le cui perdite hanno causato il predetto cedimento, poi si procederà a consolidare il muro di contenimento, posto a fondazione del fabbricato, provvedendo ad un suo ancoraggio a mezzo di chiodature nella roccia retrostante. I solai di copertura saranno realizzati ex novo con profili metallici e tavelle in laterizio e saranno ammorsati alla muratura a mezzo di cordoli perimetrali. L'orditura del solaio dell'avancorpo di "vedetta" verrà ruotata di 90° in modo da eliminare l'improprio ed errato sovraccarico imposto alla volta sottostante. Le volte saranno dotate di soletta rigida per la ripartizione dei carichi accidentali. Al fine di aumentare la resistenza al sisma sarà sostituita l'attuale muratura di mattoni pieni del piano primo, non ammorsata alle pareti perimetrali e di scarsa sezione, con nuove pareti realizzate con blocchi di tufo, materiale quest'ultimo dalle caratteristiche meccaniche assimilabili alla muratura portante originaria.
Per quanto riguarda gli edifici di completamento si è previsto di lasciare la destinazione originaria di deposito e forno. Le sole opere previste saranno di riparazione locale (catenelle di mattoni, rifacimento delle piattabande, rifacimento degli intonaci, ecc.). Per le aree esterne l'intervento proposto è stato quello del restauro conservativo con tecniche non invasive; pertanto si è previsto il ripristino dei muretti, delle pavimentazioni, dei gradini e dei cordoli con materiali e tecniche compatibili con l'esistente. Sarà conservato, in segno di archeologia industriale, un traliccio metallico posto viscino al fabbricato forno e saranno resi nuovamente funzionanti i pozzi mediante un'attenta ispezione, pulizia ed intonacatura. Infine sono state previste opere di sistemazione del verde a mezzo di preparazione del terreno, rullatura, erpicatura e semina del manto erboso.

Committente:
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche
Campania - Molise
Coordinamento progettuale:
STUDIO KR E ASSOCIATI Srl
Ing. Giovanni Kisslinger
Gruppo di progettazione
ing. Giovanni Kisslinger
ing. Francesco Ruvidi
ing. Pasquale Crisci
ing. Gianfranco Laezza
ing. Gennaro Di Lauro
ing. Francesco Pecorella

 

 

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