"La crisi che investe il settore delle costruzioni ormai da quattro anni proseguirà anche nel 2012". Questa la fosca previsione diffusa dall'ANCE - in una nota - in occasione, questa mattina, dell'Assemblea annuale che si è svolta al Palazzo dei Congressi e che è stata conclusa dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.
''In cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore - si legge nella nota - avrà perduto il 22,3% in termini reali, riportandosi ai livelli di produzione osservati nell'anno 1994''. Se il 2010, secondo l' Associazione dei costruttori, si è chiuso con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 6,4%, per il 2011 ''si rileva un peggioramento delle aspettative produttive che si concretizza con una flessione degli investimenti in costruzioni previsti del 4%''. La previsione dell'Ance per il 2012 è, ''in assenza di misure che possano produrre effetti immediati sulla produzione, di un'ulteriore riduzione degli investimenti in costruzioni del 3,2% in termini reali''. "Il tempo comunque è ormai scaduto - ha avvertito il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti - e il decreto sviluppo in discussione presso il governo è l'ultimo elemento a cui diamo credibilità purchè non si trasformi - ha continuato Buzzetti - in una rivisitazione lodevole della legge Obiettivo che non ha funzionato a distanza di dieci anni. Le grandi opere, inoltre ha aggiunto - vanno fatte facendo lavorare tutto il tessuto imprenditoriale italiano. E quei 5 miliardi in bilancio per il 2012 devono servire anche a interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio". Per quanto riguarda i ritardati pagamenti, Buzzetti ha detto di augurarsi che "vada a buon fine il nuovo tentativo allo studio della Cassa depositi e prestiti", ma il presidente dei costruttori non ha escluso l'eventualità di ricorrere a una sorta di "class action" da parte delle imprese che non vengono pagate dalla Pubblica Amministrazione, condotta proprio dall'Ance, nel caso in cui anche questo tentativo dovesse essere bocciato. Immediata la risposta del ministro Matteoli che ha concluso il convegno: il decreto per lo sviluppo allo studio del Governo "non prevede soldi, perchè soldi non ce ne sono, - ha detto - ma misure di defiscalizzazione che dovrebbero riguardare non solo alcune grandi opere ma anche il Piano Città per gli interventi di riqualificazione urbana. Il decreto - ha aggiunto - sarà approvato la prossima settimana dopo un confronto con le Regioni".
(f.c.)