Presentazione Rapporto ANCE 2013

1/10/2013

Tradizionale appuntamento per l'ANCE stamattina, alla Farnesina, con la presentazione del rapporto 2013 sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo. Sono intervenuti insieme al Presidente e Vicepresidente ANCE, rispettivamente, Paolo Buzzetti e Giandomenico Ghella, il Segretario generale del Ministero degli Esteri, Michele Valensise, il Viceministro degli Affari Esteri, Marta Dassù, il Viceministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda e il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Rocco Girlanda. Presenti numerosi rappresentanti di diverse Ambasciate estere a Roma. Per l'OICE c'era Marco Ragusa del Programma di Internazionalizzazione.

Aprendo i lavori, l'Ambasciatore Valensise ha sottolineato le buone performance nella collaborazione tra MAE ed ANCE che hanno contribuito a realizzare i numeri positivi e il successo sempre maggiore del settore delle costruzioni nel mondo. La dimensione economica e commerciale della diplomazia rappresenta senza dubbio lo sforzo principale della pubblica amministrazione nel sostenere le iniziative commerciali dei costruttori. "Un pezzo di sistema Italia che funziona" - così il Presidente Buzzetti ha definito la collaborazione MAE-ANCE - ed ha aggiunto - "l'edilizia chiede oggi alle Istituzioni del Paese che la ripresa internazionale non sia vanificata dai problemi politici interni e che si prosegua con le scelte economiche importanti che si stanno avviando". Il Vicepresidente Ghella, che ha la delega all'Internazionalizzazione, ha illustrato il Rapporto 2013 evidenziando come sia sempre più forte la presenza all'estero delle imprese di costruzioni. Le 36 che hanno preso parte all'Indagine confermano la dinamicità del settore, nonostante la crisi in atto. Nel 2012, la crescita del fatturato prodotto oltreconfine, che supera gli 8,7 miliardi di euro, è stata dell'11,4%, un dato che acquista ancor più valore se paragonato alla diminuzione del 4,2% del giro d'affari prodotto in Italia. Nel periodo 2004-2012, l'estero è cresciuto del 196,2%, con una media annua del 14,5%. Nel 2012, le imprese di costruzione italiane hanno acquisito 226 nuovi contratti per un controvalore di oltre 12 miliardi di euro. L'importo totale dei lavori supera i 61 miliardi di euro, ai quali si aggiungono concessioni per oltre 63 miliardi di euro, di cui 11,5 miliardi di diretta competenza delle imprese italiane. L'internazionalizzazione ha portato a uno sviluppo globale dell'attività. In questi anni, il settore è diventato molto selettivo nelle scelte d'investimento, un atteggiamento nuovo che ha determinato un vero e proprio riposizionamento geografico del portafoglio commesse. Analizzando le nuove commesse 2012, tra i primi 10 mercati, quattro appartengono all'OCSE (Stati Uniti, Cile, Grecia e Messico) e uno ai BRIC (Russia), con minor peso dei Paesi che stanno incontrando una certa instabilità politica. Ai numeri importanti realizzati all'estero fa da contraltare la pessima situazione domestica: bisogna rivedere la ripartizione dei poteri tra Stato centrale e amministrazioni locali e fare le riforme istituzionali importanti anche per favorire gli investimenti incoming fondamentali per far ripartire l'Italia. Su questo tema, per il Sottosegretario Girlanda è indifferibile che si ponga fine ai problemi politici interni e alla condizione di eccezione permanente in cui viviamo. I segnali positivi che vengono dall'ANCE sono quasi una controtendenza rispetto alla situazione attuale e una felice applicazione della retorica del "fare sistema".

Riguardo al Rapporto, due considerazioni importanti emergono dall'intervento del Viceministro Calenda. La prima concerne la distribuzione geografica delle commesse molto più allargata del resto della presenza industriale italiana e che quindi conferma la capacità del settore di differenziarsi e di lavorare in framework diversi. La seconda è la tipologia dei lavori realizzati che, privilegiando complessi sistemi infrastrutturali (ferrovie, strade, ponti, opere idrauliche), conferma l'alto valore aggiunto del settore. Il Viceministro Dassù, traendo le conclusioni, ha commentato il Rapporto dal punto di vista geopolitico. La presenza delle imprese dell'ANCE in Paesi come gli Stati Uniti conferma la loro operatività non solo nei Paesi in via di sviluppo ma anche in mercati maturi. Dalla Farnesina, quindi, arriva la conferma della vitalità dell'industria delle costruzioni in tutto il mondo.

(M.R.)

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