Bene la produzione, necessarie più domanda interna e internazionalizzazione.
Ripresa congiunturale ma senza grandi segnali di consolidamento, persistente fragilità per le società più piccole e meno internazionalizzate: questi in sintesi gli output della trentunesima rilevazione annuale sulle società di ingegneria presentata stamattina in OICE. Alla presentazione sono intervenuti il Presidente OICE Patrizia Lotti e il direttore generale del Centro Europa Ricerche (Cer) Stefano Fantacone.
Dalle presentazioni svolte è emersa la crescita del valore della produzione delle società di ingegneria (+2% rispetto al 2013), senza distinzione dimensionale. Stimato per il 2015 un ulteriore aumento ad un tasso del 3,9%. Il portafoglio ordini migliora pur rimanendo sempre in negativo, gli importi messi a bando nel 2014 rimangono inferiori al 40% rispetto al 2008.
In netta crescita la produzione estera che registra un incremento del 15%, così come positivi sono i dati relativi ai contratti acquisiti nel 2014 (+10,7 per cento), con una previsione per il 2015 di piccolo aumento (0,6%). I contratti all’estero sono in aumento del 14% nel 2014 e del 17% come stima del 2015%.
Interessante la configurazione geografica della produzione all’estero degli Associati nel 2014: l’Asia copre complessivamente circa il 45% del totale, con il 23% della Penisola Arabica, cala l’Africa e cresce l’Europa rispetto al 2013.
Strategie di internazionalizzazione e crescita dimensionale risultano le scelte che più possono contribuire a riposizionare le società di ingegneria nel prossimo futuro.
Nel suo intervento il direttore Fantacone, prima di illustrare i dati OICE, si è soffermato sul contesto macroeconomico dell’Europa alla luce degli ultimi sviluppi della crisi greca e più in generale dell’Eurozona. L’instabilità dell’area Euro è un elemento caratterizzante, presente sin dal varo dell’unione monetaria. Nonostante le crisi e le difficoltà legate alla moneta unica, nei Paesi del Nord Europa, noti per essere i più “diligenti”, cresce la fiducia nell’euro mentre diminusce nei Paesi mediterranei. I dati macroeconomici della Germania, in primis l’importante avanzo commerciale, confermano quanto l’instabilità premi alcuni Paesi dell’Eurozona, deprimendo il mercato di altri.
Il calo del prezzo del petrolio e la riduzione dei tassi di interesse, oltre che l’avvio di alcune riforme interne, hanno contribuito a rendere migliore la situazione generale del nostro Paese (+0,9% PIL nel 2015 secondo la rilevazione Cer). L’Italia è uscita dalla fase recessiva ma il percorso di crescita rimane debole e lento. Purtroppo in un contesto , quello europeo, non favorevole alla crescita.
La Rilevazione è stata curata dall'Ufficio Studi dell'OICE con la supervisione del responsabile Luigi Antinori e da un gruppo di lavoro del Cer. Hanno collaborato alla stesura del Rapporto Stefano Fantacone e Giovanni Pesce.