Non sarà più applicabile al fatturato estero il contributo previdenziale del 4% a carico delle società di ingegneria, ingegneri e architetti. E' quanto ha deciso Inarcassa, nel consiglio di Amministrazione tenutosi giovedì a Roma, che ha deliberato di proporre al Comitato Nazionale dei delegati una norma interpretativa che chiarisca che il contributo integrativo del 4% sia dovuto soltanto sul fatturato italiano e non più sul fatturato estero.
La Cassa di previdenza degli ingegneri e degli architetti ha così deciso, nel pieno della propria autonomia statutaria e operativa e in vista della scadenza di agosto 2014, di chiarire che le modifiche fiscali in materia di IVA disposte con la legge di stabilità del 2013 non avranno alcun effetto ai fini del versamento del contributo previdenziale integrativo da parte delle società di ingegneria e di tutti i professionisti, singoli o associati, con riguardo al fatturato estero.
La proposta - che dovrà essere approvata a fine marzo dal Comitato nazionale dei delegati della Cassa e poi "tradotta" in norma attraverso una modifica del regolamento Inarcassa, a sua volta validata dal Ministero del lavoro - arriva a conclusione di più di un anno di azioni OICE con le quali era stata segnalata alle istituzioni (Parlamento, Governo, Inarcassa) l'assurdità di una interpretazione che avrebbe avuto conseguenze gravissime sui processi di internazionalizzazione di professionisti e società di ingegneria.
Dal primo gennaio 2013, alla luce dell'approvazione della legge di stabilità per il 2013 che aveva recepito alcune disposizioni delle direttive UE in materia di IVA, professionisti, studi professionali e società avrebbero dovuto calcolare la base imponibile ai fini del versamento del contributo previdenziale integrativo anche sul fatturato estero, con un effetto penalizzante estremamente grave sulla competitività nei confronti dei concorrenti stranieri.
In allegato il comunicato stampa OICE.
(A.M.)