Patrocinato dallo IAI (Istituto Affari Internazionali) e dal ministero degli Affari Esteri, sarà presentato a Palermo nell'ambito del Convegno Annuale della Società Italiana di Scienza Politica (8/10 settembre 2011), diretta da Gianfranco Pasquino, il volume scritto da Marco Ragusa, coordinatore del Progetto Internazionalizzazione dell'OICE, dal titolo "Da Maastricht a Nizza. Il ruolo dell'Italia nella formazione dell'Unione Europea", edito dalla Luiss e appena distribuito nelle librerie. Una pubblicazione che attraverso un excursus storico, corredato da un'accurata documentazione, aiuta a ricostruire il ruolo giocato dall'Italia nella negoziazione dei Trattati di Maastricht, Amsterdam e Nizza.
"La letteratura sulla storia dell'integrazione europea tende spesso a presentare i progressi decisivi del processo di integrazione europea - scrive nella prefazione Michele Comelli dello IAI - come il risultato, diretto o indiretto, di un accordo innegabile tra Francia e Germania che arrivarono a un compromesso di alto livello anche per ciò che riguardò il Trattato di Maastricht: il documento più innovativo per l'integrazione europea. Quel che emerge da queste pagine invece è che i rappresentanti politici e diplomatici italiani di quel periodo profusero molti sforzi per promuovere l'integrazione europea, ottenendo alcuni risultati considerevoli". Uno dei risultati più importanti dell'apporto italiano fu il documento congiunto italo-britannico su sicurezza e difesa, presentato nell'ottobre 1991. Il documento che riconosceva la relazione speciale tra l'Europa Occidentale e l'Alleanza Atlantica, quale elemento chiave dell'identità europea in materia di sicurezza, "ebbe il merito di avvicinare il Regno Unito alle posizioni più europeiste di Francia, Germania e Spagna". Tra le iniziative non coronate da successo, ma significative e di alto profilo, troviamo invece, nell'ambito della Conferenza intergovernativa, impegnata a negoziare quello che sarebbe diventato il Trattato di Amsterdam, la proposta per l'inserimento nel testo dei Trattati di una disposizione che impegnasse formalmente i paesi dell'Ue all'abolizione della pena di morte. Né fu coronata da successo la proposta, presentata nell'autunno 1994 dall'Italia e da altri trenta paesi all'Assemblea delle Nazioni Unite, per un progetto di risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni capitali. Moratoria soltanto di recente approvata dall'ONU, sempre su istanza del nostro Paese. Fondamentale, invece, fu il contributo della delegazione italiana, descritto nell'ultima sezione del libro, ai lavori della Conferenza Intergovernativa che, conducendo l'Unione al vertice più lungo della storia, quello di Nizza, risultò decisivo per il futuro della Comunità.
Il testo, che ha il contributo dell'allora protagonista della strategia italiana in sede europea, Gianni De Michelis, ex ministro degli Esteri, verrà presentato anche a Roma dallo IAI al "Festival della Diplomazia" nella seconda settimana di ottobre.
(FC)